Marzo 2013 verrà da molti ricordato per la quantità industriale di pioggia che si è abbattuta non solo nelle nostre zone, ma in pratica in tutta Italia.
Ci sono frane ovunque, anche se di modesta entità e per chi ha dei lavori il cui reddito prescinde da ciò che ti da la terra, è davvero difficile poter operare in condizioni del genere.
Ma se da una parte l'acqua quando cade così copiosamente comincia a diventare un problema, dall'altra però è un elemento prezioso che invigorisce le piante, la fauna acquatica e i nostri fiumi. Già... i nostri fiumi! Autostrade di vita. Troppo spesso ci scordiamo di queste importanti arterie che hanno segnato i nostri territori nel bene e nel male. Fiumi che danno la vita e il modo di nutrirsi a numerosi animali. Fiumi in cui attingiamo sia per usi alimentari che domestici l'acqua. Fiumi che avveleniamo. Fiumi disidratati per dare energia a piante che dovrebbero stare mille mila miglie lontani da noi.
Troppo spesso ce ne scordiamo e troppo spesso guardiamo la pioggia come un di più in tante occasioni, invece è la vera corrente, la vera energia che alimenta in gran parte il nostro pianeta.
E' sabato e Palì nonostante tutto mi riesce a tirar fuori da un momento pomeridiano di indolenza a guardar fuori che piove. "Dai che usciamo... levati da quella casa!!!". Mi convince per fare una sgambatina sopra casa nostra... sotto l'acqua! Ma alla fine ha avuto ragione lui: starsene a casa, per indolenza, è mortale! Meglio mille volte bagnarsi e vivere! "Lunedì poi - dice Palì - vorrei farmi un giretto Teddy! Martedì per lavoro parto per l'Australia e ci si rivede a fine aprile. Comincia a pensare cosa fare!".
Ha piovuto sino a domenica sera, i terreni sono bagnatissimi... bisogna trovare qualcosa che valga veramente la pena fare in condizioni del genere. Così comincio a fare un giro di telefonate e sento chi c'è e chi meno per un giretto: Robi c'è, Enea c'è, Monta (un coetaneo di Enea) c'è e anche Gambero dice che ci raggiungerebbe volentieri.
Decido così di fare un salto a Palazzuolo!
Partiamo alle 7.00 con le bici cariche sulle macchine (la mia e quella di Robi) e alle 8.00 siamo davanti al Bar di Quadalto (poco sopra Palazzuolo). Siamo io, Palì, Enea, Robi e Monta: Gambero ha fatto la notte (lavora nei pompieri) e ha detto che ci raggiungerebbe più tardi. L'aria è bella fresca (5°) ma i nostri animi no! Un caffè, riempiamo d'acqua le sacche e le borracce e via... si parta in direzione Passo della Sambuca! Una strada che se pur asfaltata è panoramica al massimo, mai troppo dura e soprattutto ottima per far girare le gambe. Lungo la strada ci si affianca una macchina: è Meo con il suo cane (strano è?) Senio! Ci saluta e noi continuiamo a salire lasciandoci dietro la foschia che si staglia sui crinali limitrofi.
Salendo il Passo della Sambuca: al centro la vetta del Monte Prevaligo e a dx in alto si intravvede la chiesa di Lozzole |
Passiamo davanti alla Croce della Sambuca e dopo poco siamo al passo.
La croce della Sambuca |
Arrivati in cima dopo 9 km di asfalto, mangiamo qualcosina e ci copriamo: c'è qualche spiraglio nel cielo, ma ancora le nuvole e soprattutto il vento fanno precipitare le temperature. Dobbiamo oltretutto scendere, sempre su asfalto, sino davanti all'imbocco della strada che porta al ristorante Le Spiagge. Così appena vestiti, scendiamo e davanti all'imbocco, giriamo a dx in direzione Mulino dei Diacci, mantenendo un sentiero che in breve tempo ci farebbe arrivare al mulino. Un sentiero che ho sempre fatto a piedi e che mi ero ripromesso di farlo, ma da asciutto, anche perchè tra neve e acqua in certi punti il terreno è viscido. Metti poi che sono sassi di fiume ricoperti di muschio e il gioco si fa ancora più duro. Ma un gioco così è ampiamente ripagato dal Rovigo, un torrente splendido, selvaggio e con un livello di purezza inarrivabile.
Il sentiero che conduce al mulino dei Diacci |
Sassi e acqua: Questo è il torrente Rovigo! |
Arrivati al mulino carichiamo sulla schiena le bici in quanto c'è da risalire sino ai Diacci.
Si spinge in un mare d'acqua |
Ma prima c'è da vedere questa opera che solo madre natura ci ha dato il privilegio di ammirare: la Cascata dell'Abbraccio.
La Cascata dell'Abbraccio |
Dopo essere stati svariati minuti ad ammirare cotanta potenza, continuiamo a spingere sino sotto il rifugio e dopo qualche pedalata siamo davanti all'immensa struttura dei Diacci.
I Diacci |
Qui ci raggiunge finalmente Gambero! Ora siamo al completo. Decidiamo di salire su per
la strada ghiaiata sino all'Altello e da lì prendiamo la strada forestale di crinale detta anche CAI 701. La strada è ancora satura d'acqua per via delle condizioni meteo che hanno afflitto le nostre zone nei giorni antecedenti a questo e in più c'è ancora neve a nord.
la strada ghiaiata sino all'Altello e da lì prendiamo la strada forestale di crinale detta anche CAI 701. La strada è ancora satura d'acqua per via delle condizioni meteo che hanno afflitto le nostre zone nei giorni antecedenti a questo e in più c'è ancora neve a nord.
Ancora neve sulla strada di crinale |
Ad un certo punto, in prossimità di una sella, dico ai ragazzi di fermarsi e di mettere le protezioni: ci aspetta il freeride di Lagune. Un sentiero che è come un figlioccio per me, in quanto ho sia avuto l'onore di rimetterlo a posto che di aprirlo l'anno scorso con un tot di amici. Un sentiero duro e puro, panoramico e immenso come pochi. E a parte la zona alta del sentiero dove i ragazzi hanno un bel po da ingeniarsi per scendere tra le rocce viscide di questo rock-garden...
Gambero |
Enea |
Palì |
... appena esce dal bosco il sentiero diventa asciutto come non mai e i panorami cominciano a farla da padrone!
Lagune |
Lagune |
Palì |
Spettacolo! |
Spettacolissimo! |
Nella parte alta Roberto cade malamente al suolo dopo un passaggio molto bagnato, impuntandosi e cadendo faccia avanti. Prende un duro colpo e soprattutto gli porta il morale a terra. Arrivati ad intercettare la strada bianca che è tra Cortine e il Mulino di Campanara, Robi preferisce dirigersi verso la macchina in quanto il dolore persiste e non intende allungare questo stato di sofferenza. Così dopo un tot di pacche sulla spalla, rigira la bici e ci abbandona al nostro giro... ci spiace per lui, anche perchè certi giri ci piace finirli assieme, ma in fondo lo capiamo e spero che si possa rimettere prima possibile.
Caviamo le protezioni e ci dirigiamo verso la casa di Cortine, dove dopo aver guadato un ruscello, cominciamo a spingere faticosamente la bici lungo il sentiero che porta sino al CAI 607, poco sopra il Ciriegiolo.
Salendo verso la "Ferrata" |
Ad un certo punto mi giro e ammiro da dove prima siamo scesi.
Il crinale di Lagune |
Arrivati ad intercettare il sentiero, ammiriamo il Monte Carzolano che sovrasta il Passo della Sambuca e la casa del Ciriegiolo.
Il Carzolano e la sella della Sambuca. In basso si intavede la casa del Ciriegiolo |
Cominciamo ad aver fame e ci sbrighiamo a metterci le protezioni. C'è l'ultima chicca da fare, ovvero la parte finale del CAI 607 alias Ferrata: un sentiero in gran parte flow su roccia con qualche "ri-bevi" impegnativo. Un sentiero favoloso ed estremamente divertente!
Si scende! |
Gambero sul tratto della "Ferrata" |
Finito il sentiero siamo così a Piedimonte. Ci leviamo le protezioni, battiamo il "cinque" a tutti per il bel giro e ci dirigiamo verso le macchine a Quadalto. Quando stiamo per arrivare in prossimità della bella chiesa di Quadalto, un rumore forte ci fa rallentare. E' la buca della Presia, un posto dove io e Palì spesso ci siamo fermati in estate per lenire le "calure estive". Decidiamo di andare a fargli un saluto. E lei ci risaluta come meglio non si può!
La Presia |
Arriviamo così a Quadalto e dopo aver caricato le bici in macchina sento una jeep che arriva e suona: è Pelo con sua moglie e 3-4 bambini che stanno accingendosi ad andare a fare un giro! Ma questi ragazzi non stanno mai fermi? Grandissima Seniobike!!!
SenioBike in tour! |
Un saluto a Pelo, Monica, Rosi, Cioni, Primo e ai loro figli e quindi entriamo a far gozzoviglie delle prelibatezze del bar.
Si mangia e si beve!!! |
Sazi e contenti, ci assicuriamo che Robi sia a posto dandogli un colpo di telefono: ci dice che è già a casa e che si sta riposando, la botta non dovrebbe essere nulla di che. Bene dai...
Così ripartiamo verso casa. Scarico i ragazzi, saluto Gambero, saluto Marco che domani parte per l'Australia e mi dirigo a casa.
Che bello, anche oggi ci è andata grassa. Cascata spettacolare, Lagune in condizioni perfette e l'ultimo tratto della Ferrata davvero divertentissimo! Come sempre in quel di Palazzuolo! Già Palazzuolo... Palazzuolo sul Senio per me è diventata la mia seconda casa. Amici come
Pelo e Meo (Andrea e Francesco), tutti i ragazzi della Seniobike, i suoi
sentieri, la gente, il paese, per me è come stare a casa mia, qui a
Fognano. A questa gente voglio bene. Mi hanno dato tanto e tanto gli
cerco di dare, per quel che mi è possibile. Parlare di queste persone
esigerebbe un post a parte e km di parole e parole. E credo che comunque
non sarebbe mai abbastanza.
Per scaricare il file GPX del giro clicca qui sotto.
By Teddy