1 aprile 2013

Cascata dell'Abbraccio, Lagune e Ciriegiolo


Marzo 2013 verrà da molti ricordato per la quantità industriale di pioggia che si è abbattuta non solo nelle nostre zone, ma in pratica in tutta Italia.
Ci sono frane ovunque, anche se di modesta entità e per chi ha dei lavori il cui reddito prescinde da ciò che ti da la terra, è davvero difficile poter operare in condizioni del genere. 
 Ma se da una parte l'acqua quando cade così copiosamente comincia a diventare un problema, dall'altra però è un elemento prezioso che invigorisce le piante, la fauna acquatica e i nostri fiumi. Già... i nostri fiumi! Autostrade di vita. Troppo spesso ci scordiamo di queste importanti arterie che hanno segnato i nostri territori nel bene e nel male. Fiumi che danno la vita e il modo di nutrirsi a numerosi animali. Fiumi in cui attingiamo sia per usi alimentari che domestici l'acqua. Fiumi che avveleniamo. Fiumi disidratati per dare energia a piante che dovrebbero stare mille mila miglie lontani da noi.
Troppo spesso ce ne scordiamo e troppo spesso guardiamo la pioggia come un di più in tante occasioni, invece è la vera corrente, la vera energia che alimenta in gran parte il nostro pianeta.


E' sabato e Palì nonostante tutto mi riesce a tirar fuori da un momento pomeridiano di indolenza a guardar fuori che piove. "Dai che usciamo... levati da quella casa!!!". Mi convince per fare una sgambatina sopra casa nostra... sotto l'acqua! Ma alla fine ha avuto ragione lui: starsene a casa, per indolenza, è mortale! Meglio mille volte bagnarsi e vivere! "Lunedì poi - dice Palì - vorrei farmi un giretto Teddy! Martedì per lavoro parto per l'Australia e ci si rivede a fine aprile. Comincia a pensare cosa fare!". 
Ha piovuto sino a domenica sera, i terreni sono bagnatissimi... bisogna trovare qualcosa che valga veramente la pena fare in condizioni del genere. Così comincio a fare un giro di telefonate e sento chi c'è e chi meno per un giretto: Robi c'è, Enea c'è, Monta (un coetaneo di Enea) c'è e anche Gambero dice che ci raggiungerebbe volentieri.
Decido così di fare un salto a Palazzuolo!
Partiamo alle 7.00 con le bici cariche sulle macchine (la mia e quella di Robi) e alle 8.00 siamo davanti al Bar di Quadalto (poco sopra Palazzuolo). Siamo io, Palì, Enea, Robi e Monta: Gambero ha fatto la notte (lavora nei pompieri) e ha detto che ci raggiungerebbe più tardi. L'aria è bella fresca (5°) ma i nostri animi no! Un caffè, riempiamo d'acqua le sacche e le borracce e via... si parta in direzione Passo della Sambuca! Una strada che se pur asfaltata è panoramica al massimo, mai troppo dura e soprattutto ottima per far girare le gambe. Lungo la strada ci si affianca una macchina: è Meo con il suo cane (strano è?) Senio! Ci saluta e noi continuiamo a salire lasciandoci dietro la foschia che si staglia sui crinali limitrofi.

Salendo il Passo della Sambuca: al centro la vetta del Monte Prevaligo e a dx in alto si intravvede la chiesa di Lozzole
Passiamo davanti alla Croce della Sambuca e dopo poco siamo al passo.

La croce della Sambuca

Arrivati in cima dopo 9 km di asfalto, mangiamo qualcosina e ci copriamo: c'è qualche spiraglio nel cielo, ma ancora le nuvole e soprattutto il vento fanno precipitare le temperature. Dobbiamo oltretutto scendere, sempre su asfalto, sino davanti all'imbocco della strada che porta al ristorante Le Spiagge. Così appena vestiti, scendiamo e davanti all'imbocco, giriamo a dx in direzione Mulino dei Diacci, mantenendo un sentiero che in breve tempo ci farebbe arrivare al mulino. Un sentiero che ho sempre fatto a piedi e che mi ero ripromesso di farlo, ma da asciutto, anche perchè tra neve e acqua in certi punti il terreno è viscido. Metti poi che sono sassi di fiume ricoperti di muschio e il gioco si fa ancora più duro. Ma un gioco così è ampiamente ripagato dal Rovigo, un torrente splendido, selvaggio e con un livello di purezza inarrivabile.

Il sentiero che conduce al mulino dei Diacci

Sassi e acqua: Questo è il torrente Rovigo!

Arrivati al mulino carichiamo sulla schiena le bici in quanto c'è da risalire sino ai Diacci.

Si spinge in un mare d'acqua

Ma prima c'è da vedere questa opera che solo madre natura ci ha dato il privilegio di ammirare: la Cascata dell'Abbraccio.

La Cascata dell'Abbraccio

Dopo essere stati svariati minuti ad ammirare cotanta potenza, continuiamo a spingere sino sotto il rifugio e dopo qualche pedalata siamo davanti all'immensa struttura dei Diacci.

I Diacci

Qui ci raggiunge finalmente Gambero! Ora siamo al completo. Decidiamo di salire su per
la strada ghiaiata sino all'Altello e da lì prendiamo la strada forestale di crinale detta anche CAI 701. La strada è ancora satura d'acqua per via delle condizioni meteo che hanno afflitto le nostre zone nei giorni antecedenti a questo e in più c'è ancora neve a nord.

Ancora neve sulla strada di crinale

Ad un certo punto, in prossimità di una sella, dico ai ragazzi di fermarsi e di mettere le protezioni: ci aspetta il freeride di Lagune. Un sentiero che è come un figlioccio per me, in quanto ho sia avuto l'onore di rimetterlo a posto che di aprirlo l'anno scorso con un tot di amici. Un sentiero duro e puro, panoramico e immenso come pochi. E a parte la zona alta del sentiero dove i ragazzi hanno un bel po da ingeniarsi per scendere tra le rocce viscide di questo rock-garden...

Gambero

Enea

Palì

... appena esce dal bosco il sentiero diventa asciutto come non mai e i panorami cominciano a farla da padrone!

Lagune

Lagune

Palì

Spettacolo!

Spettacolissimo!

Nella parte alta Roberto cade malamente al suolo dopo un passaggio molto bagnato, impuntandosi e cadendo faccia avanti. Prende un duro colpo e soprattutto gli porta il morale a terra. Arrivati ad intercettare la strada bianca che è tra Cortine e il Mulino di Campanara, Robi preferisce dirigersi verso la macchina in quanto il dolore persiste e non intende allungare questo stato di sofferenza. Così dopo un tot di pacche sulla spalla, rigira la bici e ci abbandona al nostro giro... ci spiace per lui, anche perchè certi giri ci piace finirli assieme, ma in fondo lo capiamo e spero che si possa rimettere prima possibile.
Caviamo le protezioni e ci dirigiamo verso la casa di Cortine, dove dopo aver guadato un ruscello, cominciamo a spingere faticosamente la bici lungo il sentiero che porta sino al CAI 607, poco sopra il Ciriegiolo.

Salendo verso la "Ferrata"

Ad un certo punto mi giro e ammiro da dove prima siamo scesi.


Il crinale di Lagune
Arrivati ad intercettare il sentiero, ammiriamo il Monte Carzolano che sovrasta il Passo della Sambuca e la casa del Ciriegiolo.

Il Carzolano e la sella della Sambuca. In basso si intavede la casa del Ciriegiolo

Cominciamo ad aver fame e ci sbrighiamo a metterci le protezioni. C'è l'ultima chicca da fare, ovvero la parte finale del CAI 607 alias Ferrata: un sentiero in gran parte flow su roccia con qualche "ri-bevi" impegnativo. Un sentiero favoloso ed estremamente divertente!

Si scende!

Gambero sul tratto della "Ferrata"

Finito il sentiero siamo così a Piedimonte. Ci leviamo le protezioni, battiamo il "cinque" a tutti per il bel giro e ci dirigiamo verso le macchine a Quadalto. Quando stiamo per arrivare in prossimità della bella chiesa di Quadalto, un rumore forte ci fa rallentare. E' la buca della Presia, un posto dove io e Palì spesso ci siamo fermati in estate per lenire le "calure estive". Decidiamo di andare a fargli un saluto. E lei ci risaluta come meglio non si può!


La Presia

Arriviamo così a Quadalto e dopo aver caricato le bici in macchina sento una jeep che arriva e suona: è Pelo con sua moglie e 3-4 bambini che stanno accingendosi ad andare a fare un giro! Ma questi ragazzi non stanno mai fermi? Grandissima Seniobike!!!

SenioBike in tour!

Un saluto a  Pelo, Monica, Rosi, Cioni, Primo e ai loro figli e quindi entriamo a far gozzoviglie delle prelibatezze del bar.

Si mangia e si beve!!!

Sazi e contenti, ci assicuriamo che Robi sia a posto dandogli un colpo di telefono: ci dice che è già a casa e che si sta riposando, la botta non dovrebbe essere nulla di che. Bene dai... 
Così ripartiamo verso casa. Scarico i ragazzi, saluto Gambero, saluto Marco che domani parte per l'Australia e mi dirigo a casa. 
Che bello, anche oggi ci è andata grassa. Cascata spettacolare, Lagune in condizioni perfette e l'ultimo tratto della Ferrata davvero divertentissimo! Come sempre in quel di Palazzuolo! Già Palazzuolo... Palazzuolo sul Senio per me è diventata la mia seconda casa. Amici come Pelo e Meo (Andrea e Francesco), tutti i ragazzi della Seniobike, i suoi sentieri, la gente, il paese, per me è come stare a casa mia, qui a Fognano. A questa gente voglio bene. Mi hanno dato tanto e tanto gli cerco di dare, per quel che mi è possibile. Parlare di queste persone esigerebbe un post a parte e km di parole e parole. E credo che comunque non sarebbe mai abbastanza.


Per scaricare il file GPX del giro clicca qui sotto.









By Teddy